Il Diritto di Citazione delle Opere Figurative per la Cassazione

Citazione opere figurative
Massimo Bacci

Scritto da Massimo Bacci

Avvocato esperto in materia di proprietà intellettuale, diritto delle nuove tecnologie e protezione dei dati.

29 Maggio 2022

Il diritto di citazione delle immagini secondo la Corte di Cassazione: un’interpretazione che fa discutere

In una recente sentenza dell’8 febbraio 2022, la Corte di Cassazione si è pronunciata sul diritto di citazione applicato alle opere dell’arte figurativa. La Cassazione ha affermato che, per definizione, la citazione non consente di riprodurre opere nella loro interezza ma solo parti di esse. Ciò varrebbe anche per le pere dell’arte figurativa, come dipinti o fotografie. Secondo la Cassazione, si può citare un’opera figurativa solo riproducendone dei dettagli ma mai l’opera intera, indipendentemente dalla risoluzione usata.

Questa interpretazione rischia però di vanificare l’efficacia dell’eccezione di citazione per le immagini e si pone in contrasto con la più recente giurisprudenza europea delle Corte di Giustizia.

Prima di analizzare la sentenza della Cassazione, facciamo però un passo indietro e spieghiamo cos’è il diritto di citazione e qual è la disciplina applicabile, sia in ambito europeo che nazionale.

La citazione: un’eccezione al diritto d’autore

La citazione è una delle eccezioni al diritto d’autore e forse anche la più importante. È disciplinata all’art. 70 della nostra legge sul diritto d’autore (L. 633/41) e, a livello europeo, dall’art. 5(3)(d) della Direttiva 2001/29/EC (c.d. InfoSoc Directive).

Il diritto di citazione ci consente appunto di citare opere protette da copyright, senza l’autorizzazione dell’autore, per finalità di discussione o critica.

Il diritto di citazione nella normativa europea

L’art. 5, par. 3, lett. d della direttiva InfoSoc ci dice che gli Stati membri possono prevedere un’eccezione ai diritti esclusivi di riproduzione e comunicazione al pubblico dell’autore per citazioni, ad esempio con finalità di critica o rassegna, a condizione che: 

  • siano relative ad un’opera già legittimamente pubblicata e non inedita;
  • venga citata la fonte, a meno che ciò non sia impossibile;
  • la citazione sia conforme ai buoni usi;
  • la citazione si limiti a quanto richiesto dallo scopo.

Nel prevedere eccezioni al diritto d’autore, gli Stati membri devono inoltre rispettare anche i seguenti limiti (c.d. three step test):

  1. le eccezioni vanno previste esclusivamente in casi speciali;
  2. non devono contrastare con lo sfruttamento normale dell’opera;
  3. non devono arrecare ingiustificato pregiudizio agli interessi legittimi del titolare dei diritti d’autore.

Come sappiamo, le direttive europee non sono, salvo rare eccezioni, norme direttamente applicabili. Piuttosto, esse dettano agli Stati membri dei principi da rispettare nella redazione delle leggi nazionali. Per capire quali sono le regole italiane in materia di citazione, dobbiamo quindi vedere come il legislatore italiano ha applicato questi principi nella legge sul diritto d’autore.

Il diritto di citazione nella normativa italiana

L’art. 70 L.d.a. stabilisce che il riassunto, la citazione o la riproduzione di brani o di parti di opera e la loro comunicazione al pubblico sono liberi se:

  • sono effettuati per uso di critica o di discussione,
  • nei limiti giustificati da tali fini e
  • purché non costituiscano concorrenza all’utilizzazione economica dell’opera.

Leggendo questa norma, ci si rende conto che il legislatore italiano è stato più severo di quello europeo nel disciplinare l’eccezione di citazione. Infatti, mentre la direttiva europea limita la citazione “a quanto richiesto dallo scopo“, il legislatore italiano specifica che deve trattarsi di “brani o di parti di opera“.

Ma cosa deve intendersi per “brani o parti di opera“? Come deve applicarsi questa limitazione quanto l’opera da citare è un’immagine e le finalità di critica o discussione richiedono una riproduzione nella sua interezza? 

L’interpretazione restrittiva della Cassazione: diritto d’autore vs libertà di espressione

La Corte di Cassazione ha risposto alle precedenti domande con un’interpretazione letterale e restrittiva dell’art. 70 L.d.a. Il fatto che la legge parli espressamente di “parti di opera” precluderebbe sempre e comunque la possibilità di riprodurre o comunicare al pubblico un’opera nella sua interezza, anche se ciò si rende necessario per finalità di critica o discussione.

Secondo la Suprema Corte, la necessità di applicare un’interpretazione restrittiva dipende dal fatto che la citazione costituisce un’eccezione al diritto d’autore. Le eccezioni a diritti, per principio, vanno sempre interpretate in modo restrittivo.

Questo ragionamento costituisce il fulcro della critica da muovere alla sentenza della Suprema Corte. La citazione, infatti, non è soltanto un’eccezione ma è essa stessa un diritto, tant’è che si parla comunemente di “diritto di citazione” (in inglese “right of quotation“). In particolare, la citazione è un corollario di un diritto altrettanto importante rispetto al diritto d’autore, ovvero la libertà di espressione. L’art. 70 L.d.a., quindi, non serve soltanto a prevedere un’eccezione al copyright. Piuttosto, serve a creare un bilanciamento fra due diritti ugualmente importanti: la liberà di espressione da una parte e il diritto dell’autore a non vedere abusivamente sfruttate le proprie opere dall’altra.

La decisione della Cassazione non pare però applicare un giusto bilanciamento. Piuttosto, privilegiando il formalismo rispetto allo scopo della legge, fornisce un’interpretazione che rischia di compromettere la libertà di espressione, senza apportare granché alla protezione dell’autore.

Consentire la citazione di un’intera opera si rivela sempre e comunque eccessivo per le opere letterarie, musicali, audiovisive etc. Per discutere o criticare un libro o un film, è sufficiente riprodurne dei passaggi e non c’è bisogno di riprodurre le opere nella loro interezza. Ciò non è altrettanto vero per le immagini statiche. In questi casi, riprodurre un dettaglio spesso non è sufficiente ad assolvere le finalità di critica o discussione.

La giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea

La Corte di Giustizia, nella sentenza Spiegel Online (C 516-17), parla di utilizzo di “di un’opera o, più in generale, di un estratto di un’opera al fine di illustrare un’affermazione, di difendere un’opinione o, ancora, di permettere un confronto intellettuale tra tale opera e le affermazioni del suddetto utente”. In questo modo, la Corte di Giustizia ammette che, se necessario per la finalità di illustrazione o critica, il diritto europeo consente le citazioni di opere nella loro interezza.

Sempre nella sentenza Spiegel Online, la Corte di Giustizia fornisce inoltre un criterio di interpretazione delle eccezioni al diritto d’autore che contrasta con quello restrittivo adottato dalla Corte di Cassazione. La Corte europea enfatizza l’importanza di interpretare le eccezioni al diritto d’autore in modo da preservarne la loro concreta efficacia. In particolare, la Corte di Giustizia ribadisce che la citazione serve a proteggere diritti altrettanto importanti per una società democratica, ovvero il diritto d’informazione e di espressione, i quali possono essere limitati solo se strettamente necessario.

Conclusioni

A mio parere, è possibile giungere ad un compromesso, che consenta un giusto bilanciamento fra diritto d’autore e libertà d’espressione. Innanzi tutto, occorre chiedersi: perché l’art. 70 L.d.A. vuole limitare la citazione alla sola riproduzione parziale delle opere? Qual è lo scopo di questa limitazione?

Beh, la risposta a me sembra evidente. Si vuole evitare che la citazione consenta uno sfruttamento dell’opera in concorrenza con quello riservato al titolare dei diritti d’autore. È chiaro che, se per criticare un libro potessi riprodurlo interamente sul mio blog, le persone non comprerebbero più il libro ma leggerebbero gratuitamente il mio blog. Un’eccezione che consenta ciò, peraltro, violerebbe il three step test, di cui abbiamo parlato precedentemente.

Come si può, dunque, nelle opere figurative, consentire la libertà di espressione senza rischiare sfruttamenti abusivi delle opere? A mio parere, anche contrariamente a quanto più volte asserito dalla Corte di Cassazione, agendo sulla risoluzione delle immagini. Utilizzare immagini a bassa risoluzione permette di discutere e criticare un’opera figurativa senza consentirne sfruttamenti in concorrenza con quelli riservati all’autore.

Anche senza bisogno di modificare la legge, l’art. 70 L.d.a. potrebbe essere interpretato in modo meno rigoroso e formale, adottando un approccio simile a quello del Fair Use americano, come già alcune corti di merito stanno facendo. Non bisogna infatti mai perdere di vista il fine ultimo del diritto d’autore, che è quello di proteggere e incentivare la creatività e non invece di ingessare le libertà di espressione, critica, discussione e informazione.

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