EULA – End User Licence Agreement: Cos’è e Come Scriverla

EULA
Massimo Bacci

Scritto da Massimo Bacci

Avvocato esperto in materia di proprietà intellettuale, diritto delle nuove tecnologie e protezione dei dati.

19 Luglio 2020

EULA (End User Licence Agreement): il contratto di licenza con l’utente finale

EULA è l’acronimo di End User Licence Agreement, cioè il contratto di licenza con l’utente finale. Questo termine viene spesso utilizzato in materia di software destinati al pubblico, incluse le applicazioni per smartphone e i videogame.

Scrivere correttamente l’EULA e fare in modo che questa venga accettata dall’utente è fondamentale per proteggere il software, limitare le responsabilità e circoscrivere le proprie obbligazioni.

In questo articolo andrò a descrivere la struttura base di un EULA e le clausole che non possono mancare. Resta inteso che per la redazione di questo documento si raccomanda l’intervento di un Avvocato esperto in materia.

Introduzione all’EULA, indicazione delle parti e definizioni

Ogni contratto, per essere efficace, deve innanzitutto essere chiaro e non limitarsi ad una serie di formule comprensibili solo dagli Avvocati. Il contratto deve essere chiaro per il titolare del software ma anche e soprattutto per l’utente che lo accetta. Ciò permetterà di limitare le incomprensioni e, conseguentemente, anche potenziali controversie.

A questo fine, è utile la redazione di una breve introduzione al contratto, in cui si descrivono per sommi capi le funzionalità del software ed il rapporto a cui si dà vita. Ad esempio, è importante chiarire subito se si tratta di una licenza in Cloud Computing, quindi accessibile solo online, oppure On Premise, con installazione sul dispositivo dell’utente. 

Nell’introduzione, è importante specificare le parti del contratto ed inserire i dati della software house licenziante. Può inoltre essere utile redigere delle definizioni quando nel testo si utilizzano termini termini tecnici o con significati ambigui. 

Copyright, licenza d’uso e diritti riservati

Questa parte rappresenta il cuore della licenza software e deve essere redatta con particolare attenzione.

È importante esprimere in modo chiaro che il software non viene venduto ma soltanto concesso in licenza d’uso. Con la licenza non si trasferisce la proprietà del software, bensì si autorizza il licenziatario ad esercitare alcuni diritti che altrimenti sarebbero riservati al titolare del Copyright.

L’obiettivo è quello di concedere all’utente soltanto il diritto di utilizzare il software nei limiti delle funzioni per cui è stato sviluppato. È importante quindi essere il più precisi possibile, autorizzando il diritto di esecuzione ma risarvandoci tutti gli altri diritti che non sono indispensabili per il suo corretto utilizzo.

Ad esempio, non vogliamo consentire all’utente la possibilità di riprodurre il software e di rivenderlo. Di conseguenza, dovrà essere riservato il diritto di distribuzione. Normalmente non vogliamo consentire la riproduzione del software su più dispositivi o l’utilizzo da parte di più utenti senza il pagamento di licenze aggiuntive. A meno che non si tratti di una licenza Open Source, non vogliamo che il nostro software venga decompilato e riutilizzato per creare opere derivate etc.

É importante precisare che si tratta di una licenza non esclusiva. Bisogna inoltre specificare se si tratti di una licenza perpetua o limitata nel tempo, con valore globale o territoriale, se revocabile o meno etc.

Usi proibiti e clausola risolutiva espressa

Sebbene possa sembrare una cosa scontata, è buona prassi precisare nel contratto il divieto di utilizzare il software per finalità illecite. È utile inoltre stilare una lista di comportamenti vietati all’utente, precisando che, in caso di violazione, la licenza potrà essere revocata.

Tipicamente, oltre agli usi illeciti, i comportamenti che si vogliono vietare sono: la riproduzione, il noleggio, la compilazione a fini concorrenziali, lo sfruttamento commerciale volto a trarne un profitto, la sublicenza etc.

Spesso le software house cercano di impedire anche la successiva cessione della licenza software ma ciò non è sempre possibile. Per approfondire questo argomento vi invito a leggere l’articolo: Licenza d’uso software e principio dell’esaurimento.

Durata e rinnovo nelle licenze SaaS (Software as a Service)

L’EULA può avere durata perpetua a fronte di un pagamento una tantum oppure durata limitata nel tempo a fronte del pagamento di canoni periodici. Questa seconda ipotesi, sempre più frequente, avviene spesso nella forma del Software as a Service (SaaS). Si tratta di una modalità di fornitura del software in Cloud Computing, con accesso tramite Internet. In questi casi l’oggetto del contratto non è il software in sé ma un servizio di accesso online all’applicazione con abbonamento rinnovabile nel tempo.

Nel testo contrattuale è quindi di vitale importanza specificare la durata dell’EULA e le modalità con cui questa si rinnova (ad esempio in automatico salvo disdetta).

Esclusioni di responsabilità

Purtroppo per i produttori di software, le clausole che limitano la loro responsabilità non sono mai efficaci al 100%, soprattutto quando l’utente finale è un consumatore e non un’impresa o un professionista.

Nell’ordinamento italiano, sono nulle le clausole che limitano la responsabilità contrattuale in casi di dolo o colpa grave (art. 1229 c.c.). In ogni caso, le clausole di esclusione della responsabilità sono considerate vessatorie. Pertanto, devono essere specificamente approvate per essere efficaci nei confronti di un professionista. Invece, esse sono quasi sempre inefficaci nei confronti dei consumatori, salvo i casi più unici che rari in cui vi sia stata una trattativa individuale.

Nonostante la loro dubbia efficacia, le clausole di limitazione di responsabilità sono una parte essenziale dell’EULA. Almeno nei confronti di imprese e professionisti, esse possono evitare alle software house ingenti richieste di risarcimento del danno. Pensiamo all’ipotesi in cui un semplice bug abbia causato ad un’impresa la perdita di una commessa o la corruzione di dati rilevanti. Specificare fino a dove si estendono le responsabilità della software house e quali cautele sono invece riservate all’utente (es. il back-up) può fare la differenza in casi come questo.

Garanzia

L’EULA deve informare l’utente sulla presenza o meno di garanzie ulteriori rispetto a quelle previste per legge. Spesso nelle condizioni contrattuali viene specificata l’accettazione del software “as it is” ovvero “così com’è“. In altri casi, viene fornita la garanzia per una durata limitata (ad esempio 90 giorni). Una volta scaduta la garanzia, il funzionamento dell’applicazione non viene più assicurato, pertanto essa potrebbe diventare obsoleta e non essere più aggiornata. 

A differenza delle licenze standard, le licenze SaaS offrono una garanzia costante di funzionamento del software per l’intera durata del rapporto contrattuale. Ciò poiché l’oggetto del contratto non è il bene software ma il servizio. Di conseguenza, se questo non viene fornito correttamente, non può essere preteso il pagamento del corrispettivo.

Modifiche unilaterali

Soprattutto nei rapporti di durata originati da una licenza SaaS, è importante non dimenticarsi di inserire la possibilità per la software house di modificare unilateralmente le condizioni di contratto. Diversamente, si rischia di restare vincolati a condizioni non più attuali verso gli utenti che le hanno già accettate.

Quando si prevede la possibilità di modificare unilateralmente le condizioni, l’utente deve essere informato in anticipo e gli deve essere data la possibilità di recedere liberamente e senza costi.

Come far approvare l’EULA: le clausole vessatorie

Affinché possa avere efficacia, l’EULA deve essere accettata dall’utente finale. L’accettazione può avvenire anche con un semplice Point & Click o la spunta di un box. È importante che l’utente sia messo in condizione di leggere l’EULA prima di accettarla, possibilmente anche forzandone la visione ed abilitando il Click solo dopo che il testo è stato scorso interamente.

Mentre la possibilità di concludere un contratto con Point & Click è espressamente ammessa dalla legge (art. 21 D.Lgs. 82/2005), non vale lo stesso per le c.d. clausole vessatorie. Si tratta di condizioni particolarmente onerose, che richiedono per essere valide una espressa accettazione ai sensi dell’art. 1341 c.c. Fra di esse vi sono le clausole che limitano la possibilità di cedere l’EULA, le clausole di rinnovo automatico e le limitazioni di responsabilità. Nei contratti cartacei, l’espressa accettazione viene data mediante una doppia sottoscrizione. Logica vorrebbe che per i contratti telematici fosse sufficiente un doppio Point & Click: il primo per accettare l’EULA nel suo complesso ed il secondo per la specifica accettazione delle clausole vessatorie.

Purtroppo, il Tribunale di Catanzaro, in una ormai nota sentenza risalente al 30 Aprile 2012, si è espresso diversamente, pretendendo l’accettazione delle clausole vessatorie mediante firma digitale o autografa. Ciò ha costituito e costituisce tutt’oggi un freno allo sviluppo dei contratti digitali. Fortunatamente, in tempi più recenti si è assistito ad una maggiore apertura della giurisprudenza alla possibilità di sottoscrivere le clausole vessatorie con doppio click (Trib. di Napoli, n. 2508 del 13 marzo 2018). Tuttavia, è auspicabile un intervento legislativo per fornire maggiori certezze ad un settore in costante espansione.

Conclusioni

In questo articolo ho cercato di illustrare gli aspetti fondamentali della redazione di un EULA ma ci sarebbe molto altro da dire. Copiare le condizioni scritte da un altro soggetto, per quanto affidabile, non è mai una buona idea per varie ragioni:

1) ogni software è diverso e diverse sono le esigenze da regolamentare nel rapporto contrattuale con gli utenti finali;

2) le norme scritte da un soggetto appartenente ad un diverso ordinamento giuridico non si adattano necessariamente anche al nostro;

3) copiare punto per punto un EULA potrebbe costituire una violazione del Copyright (si veda Violazione del Diritto d’Autore nei Documenti di Natura Tecnica);

4) l’EULA non deve essere per forza un documento complesso ma la sua corretta redazione può realmente fare le differenza fra una tutela del software e la perdita di controllo su di esso.

É quindi fondamentale affidarsi alla consulenza di professionisti esperti in materia di Copyright e diritto del software per poter redigere questo importante documento.

Per qualsiasi dubbio o per richiedere gratuitamente un preventivo per la redazione di un EULA, potete scrivere ad IPRights utilizzando il modulo contatti.

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